Interamente dedicata ad una significativa selezione di disegni, dipinti e sculture, facenti parte dell’opera omnia di Ercole Drei, artista poliedrico che come tanti della sua generazione ha subito l’assurda “epurazione” da parte di certa critica militante per il semplice fatto di aver vissuto e lavorato anche durante gli anni del regime in Italia; è lo spazio finale del percorso espositivo del Novecento, caratterizzato dai valori stilistici delle “secessioni europee”, del “ritorno all’ordine”, fino alle ultime sperimentazioni sulla figurazione realizzate dal maestro faentino negli anni 1960-70. “Danzatrice col cerchio”, “Maternità”, “La primavera” e “Ragazza che legge”, tra i lavori più significativi esposti nella sala che rimanda alle comparazioni con il museo all’aperto ove si trova la scultura in bronzo della “Primavera” e con il deposito a vista ove sono conservati altri manufatti realizzati da Ercole Drei.